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Il Primo Centenario della Società Dante Alighieri
1889–1989
Messaggio del Presidente del Consiglio dei Ministri
La Società Dante Alighieri compie cento anni. È un traguardo di grande rilievo e significato.
Questo secolo ha visto mutamenti eccezionali della società italiana e mondiale: deve essere motivo di particolare orgoglio per la “Dante” aver saputo mantenere un ruolo così importante nella promozione e crescita della cultura italiana, sapendosi ammodernare ed adattare alle nuove esigenze ma allo stesso tempo mantenendo ben saldi i legami con la propria storia e le proprie tradizioni.
In questi cento anni, la “Dante Alighieri” è stata l’immagine dell’Italia nel mondo. Affacciandosi al nuovo millennio, con le prospettive che si aprono per l’Europa e l’intera umanità, più che mai la Società dovrà continuare ad essere un punto di riferimento per quanti si riconoscono nella civiltà e cultura italiana o per quanti desiderano approfondire la conoscenza.
Lo stesso processo di integrazione europea richiede, infatti, una sempre maggiore valorizzazione delle tradizioni, delle culture, della lingua e della storia delle singole culture, della lingua e della storia delle singole popolazioni. La costruzione politica ed economica dell’Europa presuppone e anzi sollecita la riscoperta dei valori nazionali e locali.
Ma l’azione della “Dante Alighieri” va ben oltre l’ambito europeo e — come già accade oggi — continuerà ad estendersi in tutto il mondo. La riscoperta della lingua italiana come lingua di cultura impone anche alla “Dante” un rinnovato ruolo propulsivo di diffusione. Fra i nostri connazionali ormai saldamente residenti ed inseriti in Paesi lontani, emerge sempre più il desiderio di mantenere un solido raccordo con la lingua e cultura di origine. Ma crescente è anche l’interesse di Univeristà, studiosi e ricercatori stranieri verso la nostra lingua e la nostra storia.
In questo contesto in grande rapida trasformazione, sono convinto che l’opera che la “Dante Alighieri” saprà continuare a condurre contribuirà non solo alla ulteriore diffusione della cultura e della lingua italiana ma anche al riavvicinamento fra i popoli grazie alla conoscenza delle rispettive storie e tradizioni.
Guilio Andreotti, Roma, 1989